Notti di seta – Capitolo 1 di elrohir

Desclaimer: i personaggi di questa fan fiction non sono miei ma appartengono al grande T. Inoue.

di Elrohir

Capitolo 1

ov Sendoh

Il coach ride, nasconde gli occhi dietro le mani. Non è certo l’unico.

Intanto il sole alle nostre spalle sta correndo, e sembra davvero affrettarsi a compiere quella lunga salita che culminerà nel mezzogiorno… sembra ansioso quanto me di proseguire, di continuare.

Lo amo il sole.

Ma amo anche giocare. E così abbandono questi pensieri malinconici e teneri, e mi volto verso gli altri. Pronto a ricominciare con il mio ruolo di eterno giullare.

Hiro mi sta guardando con un sorrisetto, e dondola le chiavi davanti al mio viso.

-Ne è rimasta una sola, Sendoh… ci tocca anche sta volta!

C’è un bagliore nei suoi occhi che è impossibile fraintendere. Una sfida.

Non sarò testardo come qualcuno di mia conoscenza, ma non sia mai detto che lascio cadere una sfida.

Soprattutto se ho davanti un pubblico impaziente.

E gli occhi maliziosi del mio migliore amico che mi invitano a rispondere.

Gli prendo il polso, lo avvicino al viso. –Direi che è un’ottima soluzione… lo sai che soffro la solitudine…- sussurro sensuale, aprendogli la mano e baciandogli il palmo. Tutti scoppiano a ridere ancora di più e Hiro arrossisce leggermente.

Uno dei piaceri della vita, fare arrossire il mio dolce playmaker.

Mi faccio più audace, lo fisso negli occhi e con la lingua mi azzardo ad assaggiare la sua pelle.

Devo essermi spinto troppo oltre perché Koshino ritira la mano di scatto. –Smettila di giocare idiota e ridammi le chiavi!

Lo show non sarebbe ancora finito nelle mie intenzioni, ma un grido mi impedisce di continuare.

-Io con la baka kitsune non ci dormo! Ma siete impazziti, volete che mi prenda una broncopolmonite acuta? A stare tutta la notte con quel freezer… e poi come ci gioco, con la febbre a quaranta? E voi avete bisogno del tensai per vincere…

Sto aspettando… ogni fibra del mio essere è tesa nel tentativo di cogliere le parole pronunciate da quella voce melodiosa che so risponderà…

-Do’hao.- sento infatti ribattere, in tono piatto, indifferente, e do subito le spalle ai miei colleghi per volgere lo sguardo sugli avversari. Lui è lì.

In piedi, assonnato (scommetto che ha passato il viaggio in pullman a dormire) con i capelli un po’ spettinati e una posa indolente… sta appoggiato al furgone, e non alza la voce neanche per rispondere agli insulti di Sakuragi.

Ma per me la voce la alzerà….

-Kaede!- urlo, e lo vedo sollevare la testa… mentre le sue labbra si aprono in un minuscolo sorriso dolce… un sorriso che, lo so, dona solo a me.

Mi fiondo nella sua direzione, e lui muove qualche passo per incontrarmi a metà strada. Lo stritolo tra le braccia, ridendo, e lui mugugna qualcosa…

-Che dici piccolo?

-Mollami Akira mi stai strozzando…

Allento la stretta ma non lo lascio andare. Mi è mancato troppo, quel suo profumo, quella voce sensuale, quel profilo perfetto… Quando ho saputo che saremmo stati affiancati dallo Shohoku al ritiro mi sono messo a saltare in palestra! (Sotto lo sguardo allibito di tutti i miei compagni, che sicuramente si chiedevano cosa ci trovassi di tanto divertente nel farmi insultare per due settimane da quello scimmione di Sakuragi).

-Vedo che anche lo Ryonan è arrivato, Sendoh.- mormora Akagi,e io mi rivolgo anche a loro. –Sì, appena adesso… spero abbiate fatto un buon viaggio!

Tutti annuiscono, a parte il mio ostaggio. Avvicino le labbra al suo orecchio, soffiando –Dormito bene, honey?

Sento una miriade di occhi posarsi su di noi. Perplessi. Incerti. Per poi farsi sconvolti quando sentono il mio Kaede ridacchiare, senza divincolarsi dalla mia stretta.

So cosa stanno pensando: il ghiacciolo umano…ride?!? Ma è inutile che vi mordiate le mani, ragazzi, lo fa solo con me. Non vi preoccupate.

-Akira… dammi una mano con le valigie, idiota!

Urla Hiro per spezzare quello strano silenzio, e io gli lancio un’occhiata. Sta fissando Kaede, con uno sguardo assorto.

Spiacente, Hiro: ti voglio molto bene, ma questa meraviglia non è pane per i tuoi denti. Io, il mio cuginetto, non lo concedo neanche al mio migliore amico.

Ho imparato la lezione, ormai.

Pov Sakuragi

Cazzo lo odio quel porcospino! Non solo è l’osso più duro di tutto il Ryonan, ma sembra anche provare un piacere perverso nel mettere le mani addosso al mio volpino! E quel cretino di Rukawa, che da a me dell’idiota, si lascia palpare! Sorride anche!

Ma cazzo, Kitsune, non ti accorgi che quello vuole solo scoparti? Lo vedo benissimo, io, il modo in cui ti guarda, in cui ti osserva, in cui ti sfiora… con quel suo sorriso a novantatrè denti perennemente candido e falso…

Ahio! Chi è che mi ha lanciato il pallone in testa?

Mi volto e vedo Mitsui al mio fianco. –Con chi ce l’hai stavolta, Sakuragi?

Scrollo le spalle. Non posso certo dire allo Sfregiato che provo il bruciante desiderio di mettere le mani attorno al collo di Akira Sendoh e stringere, stringere… anche perché non è l’unico bruciante desiderio che io provi.

Aahhh…!! Ma cosa sto dicendo? Non posso neanche pensare una cosa simile…

Ma non posso neanche mentire.

Non adesso, non mentre osservo Rukawa saltare, i capelli incollati alla fronte, e schiacciare il pallone nella rete.

Comunque è un po’ di tempo che ho la sensazione di non essere il solo, a fare di queste considerazioni.

Gli occhi di Mitsui indugiano un po’ troppo spesso sulla volpe, quando si spoglia, quando si veste, quando cammina…

Con quella maledetta sensualità che sembra incredibile vedere in un congelatore ambulante. Mai che faccia un sorriso, la Kitsune (a parte quelli per il porcospino, certo), mai che sfiori qualcuno con troppa intenzione… eppure è impossibile restare fermi e impassibili guardandola. E sta parlando un etero convinto, voglio dire, sono neanche due ore che non vedo Haruko e già mi manca! Ma Rukawa… Merda, sarà pure un maschio, ma riesce a fartelo venire duro anche mentre palleggia con lo sguardo fisso sul canestro, senza prestarti la benché minima attenzione! Perché la kitsune, quando gioca, potrebbe cadergli il cielo in terra e non se ne accorgerebbe…

-Ehi Kaede…!

Ecco, che vi dicevo? Il porcospino lo chiama e lui manco si volta. Reprimo un sorriso di soddisfazione che si trasforma in un ringhio quando Sendoh ride e allunga un braccio, togliendo il pallone dalle mani di Ru. Che si volta, deciso a fare una strage (abbiamo imparato a non intrometterci nei suoi allenamenti privati, ormai), per scontrarsi con il ghigno idiota di Sendoh. E incredibilmente rilassa le spalle, passandosi una mano tra i capelli.

-Che vuoi Akira?

Giusto, per lui è Akira. No ma dico, proprio con il nostro peggior nemico doveva mettersi a fare amicizia? Voglio vedere in partita, poi, se si mette a fargli gli occhi dolci quando sta per insaccare il pallone nell’ennesima rete…

Non sono geloso. Davvero.

È solo che quel maledetto porco se lo sta mangiando con gli occhi!

-Honey, ti va un one on one?

Rukawa annuisce- sia mai che la volpe rifiuta una sfida- poi frega la palla a Sendoh e si lancia sul canestro. Ma si ritrova a terra, con il porcospino addosso. Adesso vado là a lo strangolo.

Ride, Sendoh, ride con le lacrime agli occhi, e Ru si divincola ma non lo scalcia via. –E togliti cretino mi stai distruggendo la gamba…

Eppure…sorride!! E Sendoh… -Cazzo che male Ru ma sei fatto di marmo? Mangi qualcosa, ogni tanto, o hai deciso di vivere d’aria? Guarda che a me piacciono i ragazzi più in carne, sai?

Rukawa non fa in tempo a ribattere che Koshino ha tirato su di peso Sendoh. –E piantala di provarci con lui, tanto non attacca Akira! Piuttosto vieni, che dobbiamo lavarci…

Se ne vanno, e solo quando le porte della palestra si sono chiuse dietro di loro mi volto verso la volpe.

Sta ancora a terra, gli occhi fissi al soffitto e il respiro leggermente affannato.

Eccolo. Kaede Rukawa, il ragazzo con gli occhi di volpe, il ragazzo più bello del pianeta, il miglior giocatore di basket della prefettura, la matricola d’oro dello Shohoku, l’angelo imbronciato della nostra squadra… il mio rivale in amore, il mio peggior nemico… sdraiato sul pavimento di una palestra, atterrato e azzoppato da un porcospino ridens arrapato, con gli occhi sbarrati e le labbra socchiuse…

Ma che cazzo sta pensando quella stupidissima volpe! Mica gli sarà davvero piaciuto stare a terra sotto Sendoh!?

-Forse la volpetta innocente non è proprio pura come pensiamo…- sussurra una voce al mio orecchio.

Mi volto. Mitsui sogghigna, e non faccio fatica a leggere il suo sguardo. Lo spingo da parte. –Sai a me che me ne frega? Basta che il porcospino non gli abbia rotto una gamba, poi per il resto…

-Da quando ci si preoccupa della salute di Rukawa, Hana?- mi sfotte lo Sfregiato, mentre io senza badargli mi avvicino al caduto. Gli porgo una mano –Ehi, volpe, tutto bene?

Lui mi guarda, come se non mi riconoscesse. Poi, incredibile, arrossisce.

-Do’hao- borbotta, rialzandosi da solo e uscendo in fretta dalla palestra.

Io resto fermo, sotto lo sguardo irridente di Mitsui, a contare i battiti veloci del mio cuore. E a ripassare nella mente l’immagine irreale delle gote candide di quel bellissimo principe dei ghiacci rosate dall’imbarazzo.

Continua…