Notti di seta – Capitolo 2 di elrohir

Desclaimer: purtroppo non sono miei i personaggi ma li ho solo presi in prestito!!! Sono del maestro Inoue!!

di Elrohir

Capitolo 2

Un altro avvertimento: la fic potrebbe essere leggermente AU, credo. Voglio dire, immagino eventi, eventi che costituiscono l’ossatura portante del racconto, che non c’entrano niente con Slam Dunk. Ma questa è la mia visione personale di Kaede, e anche di Sendoh, in un certo senso. Credo che loro siano mooolto OOC, e che lo diventeranno ancora di più nel continuare dei capitoli. Hana invece dovrebbe essere piuttosto fedele… o almeno, è fedele alle immagini che ho ricavato dalle altre fic! Spero vi piaccia…

Sakuragi pov

Cioè, io davvero non capisco perché devo sempre, e sottolineo SEMPRE, cacciarmi in situazioni così… così, ecco, IMBARAZZANTI.,

Oddio, e adesso cosa dico? Tutti mi stanno fissando con quell’aria di attesa malcelata, divertita e strafottente. Sento ancora nelle orecchie echeggiare la voce di Sendoh.

-Allora, scimmia, dicci un po’… sta benedetta verginità, l’abbiamo già persa?

Così tranquillo, rilassato, appoggiato a un gomito e praticamente disteso a terra. Con la testa che si rovescia indietro per sorridere al suo degno compare, come si chiama il playmaker del Ryonan? Sì, giusto, Koshino.

Almeno non starà appiccicato alla kitsune come suo solito, mi sono detto. Ma era sperare troppo, evidentemente, perché Rukawa gli sta seduto esattamente di fronte, e gli occhi di quell’odioso porcospino si attardano un po’ troppo spesso sulla sua figura.

Io, dalla mia postazione strategica, vedo tutto!

-Ehm… Hana? Ti sei addormentato?- la voce di Akagi mi riporta alla realtà. Giusto, il gioco… che poi io l’ho sempre odiato il gioco della bottiglia!

E meno male che abbiamo optato per la versione più soft, quella senza baci… anche perché chi vorresti baciare, qua dentro? Siamo tutti maschi! Ayako si è rifiutata di mettere piede in questa stanza, con somma delusione di Ryota (oddio il nome è giusto vero? A volte mi perdo ancora con tutte queste sillabe strane… ndRoh)…

Lo sguardo mi cade sulla volpe. Effettivamente qualcuno da baciare ci potrebbe anche essere… per Mitsui o Sendoh, certo! Mica avrete pensato che stessi parlando di me… io, il mitico Tensai… ma siamo seri!

Rukawa non ci guarda, sembra non prestare attenzione al gioco. Beve un sorso di qualche strano liquido, le sue labbra sono così perfette… sensuali…

Mi sento avvampare, e certo non aiuta Mitsui, che mi scruta torvo –Insomma scimmia non abbiamo tutto il giorno! Vuoi rispondere sì o no… che poi è solo una proforma, lo sappiamo già tutti che tu…

-Qual era la domanda?- provo a scamparla, ma quel bastardo di Sendoh mi guarda con i suoi occhi blu e sbatte le ciglia –Sei ancora vergine, Sakuragi?

Ecco, lo sapevo, sono paonazzo. Distolgo lo sguardo, per non vedere quegli occhi blu tingersi di soddisfazione e divertimento, mentre pigolo un sì.

Poi in fretta ruoto la bottiglia.

Si ferma di nuovo su di me. Evvai! Adesso sarò io a tormentare… speriamo che mi tocchi Sendoh, voglio il porcospino, dai, dai, Sendoh, Porcospino, Porscospino…

Merda. Ma non mi ascolti proprio mai, vero, tu?

Evidentemente Rukawa il gioco lo seguiva, perché quando la bottiglia si ferma davanti a lui mi guarda.

Mi guarda.

E io mi perdo in quegli occhi straordinari.

Un movimento di Mitsui al mio fianco mi riporta alla realtà. Si china, lo Sfregiato, di sicuro per suggerirmi qualche domanda… ma io so già cosa chiedere, ho in mano lo strumento della mia vendetta.

-Ah-ah-ah, è il tuo turno, eh, volpaccia! Allora rispondi tu se hai il coraggio? Sei vergine?

Sto ancora ridendo, immaginando l’imbarazzo colorare le sue guance. E sta volta sarà merito mio, sarò io a metterlo a disagio…

-No.

Ogni fantasia di trionfo cade intorno a me in un tintinnio di vetri infranti.

-Come no?- mi sento sussurrare, afono. Lui scrolla le spalle. –Vuoi un disegnino, do’hao? No. Non sono vergine.

Oltre allo sconcerto per aver sentito, vediamo, 8 parole di fila sgorgare da quelle labbra solitamente immobili, so che qui intorno tutti stanno annaspando.

Io da parte mia non so cosa pensare.

Un pò il mio orgoglio si ribella “Com’è possibile che addirittura il frigorifero ambulante abbia già fatto sesso mentre io ancora non ho dato neanche un bacio?”

Poi c’è un sottile terrore, immagini agghiaccianti della kitsune tra le gambe della mia piccola Harukina.

E questa fotografia porta un sentimento molto più grande e impetuoso, che minaccia di annegarmi e sommergermi. Gelosia. Gelosia cieca e rabbiosa.

CHI SAREBBE QUEL BASTARDO CHE HA APPROFITTATO DELLA MIA KITSUNE?

Solo l’idea del suo corpo candido tra mani altrui mi da la nausea. Una delle sue stupide fan, certo… quale? Qual è, che devo sventrarla?

E poi un altro sospetto. Strisciante. Che mi spinge a voltare la testa di scatto, verso l’altro lato del cerchio. Come mi accorgo TUTTI hanno già fatto.

Ma Akira Sendoh non guarda noi. I suoi occhi sono fissi su Rukawa, così come il sorriso, dolce e intenerito questa volta, non borioso come al solito, è un dono per lui solo.

Mi fa quasi male vedere che ormai tutti collegano i due, almeno idealmente.

E del resto, quale candidato ideale per quel grande passo, se non il ragazzo, l’unico, che riesce a sciogliere un po’ il principe dei ghiacci?

Il fruscio della bottiglia sul pavimento ci fa sussultare.

Mentre tutti eravamo impegnati a sbranare Sendoh con gli occhi, la maledetta kitsune ha deciso di continuare il gioco.

La crudele lancetta si ferma su Mitsui.

Vedo lo sguardo dello sfregiato tingersi di malizia. Dio, ti prego, fa che non tocchi di nuovo a me…

Per una volta le mie preghiere sono ascoltate. La vittima sacrificale sarà Sendoh.

Non gli ho ancora perdonato lo scherzetto di prima, quindi mi preparo ad assistere voglioso al suo pubblico annientamento. Anche se la paura che quell’idiota di Mitsui possa chiedere al porcospino se è stato lui a rubare l’innocenza della mia volpacchiotta mi gela il sangue nelle vene.

Che poi devo smetterla con sta storia della mia volpacchiotta. Lui è Kaede Rukawa, cazzo! Il mio peggior- beh, quasi- nemico!

Mitsui sorride.

-Bene bene, chi abbiamo qui? Il nostro dolce Akira… sai che circolano molte voci su di te, vero?

L’altro annuisce con grazia. Non sembra imbarazzato.

Rukawa manda già un altro cocktail. Ma non era astemio il volpino?

-Soddisferai qualche mia curiosità, Akira-chan?

-Ma certo, Mitchi.- replica zuccherso quel cretino. Ahia. Si mette male. Mitsui odia quando lo si chiama Mitchi. A me mi ha sempre preso a pugni, quando mi scappava. E Akira non è nella posizione giusta per scherzare col fuoco.

-Riguardo alle tue preferenze sessuali, ecco, i pareri sono piuttosto discordanti. Ti andrebbe di illuminarci una volta per tutte?

Quasi mi cade la mascella quando quell’imbecille con sorriso perenne dichiara candidamente di essere bisessuale. Voglio dire, io sono qui a farmi enormi seghe mentali solo perché trovo carino Rukawa (ehm, sì, vabbè, forse carino è un po’ un eufemismo…), e lui…

-E chi ti piace di più?

-Bè…non saprei così su due piedi… direi i ragazzi, credo.

-Ne hai avuti tanti?

-Dipende da cosa intendi tu per ‘tanti’…- replica pronto e sibillino il porcospino.

-Qualcuno che conosciamo?- eccola la domanda tanto attesa. E la risposta è…

Una risatina. –Direi proprio di sì… ma non perdere tempo a chiedere i nomi: non te li dirò mai!

-Allora la domanda di riserva. Ripensa a tutte le tue scopate. Qual è stata la cosa più porca che hai fatto?

E qui, per la prima volta, l’uomo ridens si fa serio. Ammutolisce, lo sguardo si oscura, un’ombra cade sul bel viso.

Guardo, con il cuore che sanguina, Rukawa mordersi un labbro, e Sendoh incatenare i suoi occhi.

Si fissano per un lungo momento, e nessuno fiata. Poi, un sorriso appena accennato, triste e dolce, e la risposta.

-Non sempre le leggi della morale coincidono con quelle dell’amore, Mitsui. E quelli che hai svegliato non sono bei ricordi. Non ho intenzione di ricordare. Tutto può essere puro. Innocente. Basta che sia fatto nel modo giusto.

Rukawa chiude gli occhi, veloce, beve un altro bicchiere.

Akira allunga una mano tremante, e da una leggerissima spinta alla bottiglia. Mitsui.

Altra spinta. La bottiglia. Che ruota, folle e perversa, fino a decidere la prossima vittima.

Fermandosi, con un sibilo inquietante, proprio su di lui.

Di nuovo su di lui.

Sulla kitsune.

Sendoh pov.

Ok, lo ammetto, non sono ancora del tutto libero da quelle storie. Certi giochetti continuano a mettermi a disagio.

In fondo, tutto è cominciato così, no?

In uno di questi maledetti giochini.

E so che anche Kaede lo pensa. Perché quando risponde è teso.

Io cerco di fare lo sbruffone, ma l’ultima domanda di Mitsui mi colpisce come un cazzotto allo stomaco.

Ripensa a tutte le tue scopate. Qual è stata la cosa più porca che hai fatto?

Dio, che schifo. Odio ridurre tutto a termini così volgari, lo sai vero gattino mio? Mi viene voglia di alzarmi e prendere a pugni quello stupido teppista… per essersi permesso di infangare così i ricordi che tengo cari più della vita. Per aver di nuovo associato quella luce al buio che poco dopo l’ha inghiottia. Dolce e amaro, farmaco e veleno. Sempre così, in continuo susseguirsi. Ma…

Come cazzo puoi chiamare scopata quel che facevamo? Già allora non lo sopportavo, e non avevo metri di confronto.

Ora, invece, ora che sono stato in così tanti altri letti, so che era diverso. Era come volare.

E se amore non si poteva dire, perché innamorati non eravamo, mio dolce tesoro dagli occhi di volpe, mia eterna e vivente contraddizione, ogni nostro gesto era comunque un’emozione.

Non sopporto di scendere le scale che conducono a quell’abisso. E invece, la domanda di Mitsui, caduta nel silenzio generale, mi ha spinto con forza lì dentro. E mi sono ritrovato di nuovo dentro quelle afose notti di luglio, quelle notti di seta e di olii, con il cielo nero simile a inchiostro che colava nei nostri occhi dilatati dagli acidi, e la tua pelle, Kaede, candida sulle mie lenzuola, le tue lacrime sotto le mie labbra, la tua disperazione nel mio cuore. Il tuo corpo perfetto, puro, eppure spezzato, nelle mani.

Mentre rispondo sento i tuoi occhi accarezzarmi. Tu solo capisci quel che mi costa questo pellegrinaggio. Tu solo puoi capirlo.

Certo, anche Hiro si è accorto che qualcosa non funziona. Ma quei ricordi non posso condividerli nemmeno con lui, nemmeno con il mio migliore amico, il mio dolce playmaker.

E quindi mi sporgo, cercando di far smettere le mani di tremare, e giro la bottiglia.

E la sorte questo decide, per questa notte di rimembranza.

Mitsui, inquisitore. E Kaede, strega che cammina verso il rogo.

Mio cugino volta i suoi occhi prigionieri del mare.

Sento la risata nervosa di Sakuragi –Ah baka kitsune tocca di nuovo a te… forza Mit fagli qualche bella domanda imbarazzante…

Come ci fosse qualche domanda capace di mettere a disagio mio cugino…

Ma Mitsui ha altri progetti, perché fissa rapito Kaede, e si inumidisce le labbra. –No Hana, nessuna domanda per la nostra volpe. Ma stai tranquillo, lo spettacolo piacerà anche a te. Voglio vedere se il nostro Rukawa è bravo a togliersi i vestiti come lo è a fare canestro.

Mi alzo in piedi di scatto. –Cazzo dici ti sei bevuto il cervello coglione?- esplodo, e sento la mano di Hiro sul mio polso. –Akira calmati…

-Calmati sta minchia… cosa credi di fare, con chi credi di parlare, scimmione senza senso?

Lo sguardo di Mitsui sono freddi. Eppure, eccitati. Chissà da quanto tempo questo puttaniere si rifà gli occhi guardandosi mio cugino sotto la doccia, chissà da quanto tempo aspetta questo momento… e quel pirla patentato di Kaede che come sempre non si accorge di niente! Ma bisogna mettergli i sottotitoli a quel ragazzo? E poi ha il coraggio di chiamare Hanamichi do’hao!

La voce del bastardo mi riscuote da questi truci pensieri –Cos’è Sendoh, siamo gelosi? Vorresti che lo show fosse privato… magari nella tua bella cameretta… con il letto pronto per sbattercelo sopra, dopo…

-Ma come ti permetti di…

-Akira. Basta. Lo farò.

Guardo mio cugino alzarsi, bere un’ultimo sorso e poi porgere il bicchiere a Mitsui. Senza un sorriso. Senza una provocazione. Semplicemente, un ordine. –Riempi.

E Mitsui riempie, mentre io affondo la testa tra le mani e mi chiedo cosa posso fare.

Io lo conosco, Kaede. Conosco Kaede. Conosco un Kaede che questi idioti manco arrivano ad immaginarsi. E so di cosa è capace. Questo mi spaventa.

Senza una parola ha portato la stanza al silenzio. E adesso le sue dita candide volano al primo bottone della camicia.

Inchioda tutti gli sguardi, e non ha ancora incominciato.

Io so cosa farà. L’ho visto così tante volte…

Non ancheggerà, non farà nessuna mossa sexi. Sarebbe grottesco. E invece lui, il mio angelo, è sempre elegante.

Semplicemente, si spoglierà. Con lo sguardo fisso su un punto imprecisato del muro.

E semplicemente si spoglia. Con le labbra morbidamente serrate.

Riprendo a respirare. Non si sta impegnando. Potremmo arrivare alla fine senza troppi problemi.

In fondo, le altre volte era completamente fatto. Ci credo che poi si lasciava andare a certi estremi… ma questa sera, questa sera no. Questa sera è perfettamente lucido, e poi davanti ci sono i suoi compagni di squadra, non ricchi figli di papà sbavanti cui fottere i soldi. Cui fottere tutto.

Kaede lancia uno sguardo alla finestra, di nuovo. E solo allora io mi accorgo dei numerosi bicchieri posati a terra. Ha bevuto. Molto. E non c’è più abituato.

Ommmerda…..

Si volta, continuando a spogliarsi lentamente, cammina fino alla finestra. Lì si appoggia al muro e guarda il mare. Lascia cadere la camicia, sfiora il pavimento con un volo leggero.

E lui ci fissa tutti in faccia. Uno per uno.

Lasciando me per ultimo, come dessert. Nei suoi occhi, adesso di nuovo accesi come in quelle sere, leggo le sue intenzioni.

Scuoto la testa, lo imploro di non farlo.

Ma lui sorride, un sorrisetto malizioso che speravo non gli avrei più visto, e mi sembra quasi di sentirlo sussurrare. –Non lascio mai cadere una sfida, io, cuginetto…

Tutti sono incantati a bersi la visione del suo petto nudo investito dalla luna, quando le mani di Kaede si arrampicano sulle spalle. Si sfiora lento, poi le dita scivolano sui muscoli, scendono sul ventre, capricciose, e si avvolgono intorno al primo bottone.

Ha ricominciato a camminare. Verso di noi.

Non ancheggia, si ostina a non compiere nessuno di quei tipici movimenti da spogliarellista, eppure mi sono eccitato addirittura io. Gli lancio uno sguardo truce e lo vedo sogghignare. Merda, è più ubriaco di quanto pensassi…

Il primo bottone salta, anche il secondo e poi il terzo… le mani si fanno strada dentro i jeans, li allargano, li fanno scivolare. Non si ferma. Con grazia fa un passo in avanti, liberando le caviglie dal tessuto.

E poi si ferma davanti a Mitsui. Lo sfida.

Vedo distintamente il rigonfiamento nei pantaloni di quel bastardo. So che Kaede sarebbe capace di farlo venire con un solo gesto, uno sguardo, una parola. Se solo lo volesse.

Ma non vuole. Non ancora. Al mio cuginetto piace giocare quanto a me.

Lo fissa negli occhi. –Vuoi finire tu, Mit?- chiede, la voce bassa, e le mani del bastardo si posano sui suoi fianchi, le dita si infilano sotto l’elastico dei boxer…

A Mitsui sfugge un gemito, e io mi alzo in piedi di nuovo.

-Bene lo spettacolo è finito. Kae smettila di fare il bambino e rivestiti.

Lo strattono e sembra che tutti si risveglino da un sogno. Un tempo questo mi riempiva di orgoglio… adesso sono solo stanco. E spaventato.

Getto la camicia sulle spalle di mio cugino e gli lancio i jeans. Mentre lui li riinfila impacciato mi avvicino a Hiro. –Le chiavi.

-Come scusa?

-Le chiavi di camera nostra, lo metto a letto.

Sakuragi sta fissando la macchia sospetta sui pantaloni di Mitsui, ma alza la testa all’improvviso. –Che vorrebbe dire?

-Vorrebbe dire che Kaede stanotte dorme da me e tu te ne stai buono con Hiro. Non ho la minima intenzione di lasciare Kae solo con uno di voi, dopo questo istruttivo spettacolo.

-Giusto, meglio il tuo letto, soprattutto se ci stai dentro anche tu!- ribatte Sakuragi e io non gli bado, allacciando i pantaloni di mio cugino. Quell’idiota dai capelli rossi sembra molto infastidito da questo gesto…

Passo un braccio intorno alle spalle di Kaede e lo spingo verso il corridoio. –Buonanotte ragazzi. Fate bei sogni.- li sfotto, chiudendomi la porta alle spalle.

Ve l’avevo detto che era OOC… A proposito, mi scuso con tutti i fan di Mitsui: non volevo assolutamente farlo così stronzo!!!! A me sta simpatico, è solo che mi serviva uno un po’ ‘rude’ per quel ruolo, e poi le cose mi sono sfuggite di mano. Magari riesco a riscattarlo… non sarà certo lui l’eroe negativo della storia, state tranquilli. A proposito, a scanso d’equivoci, se ci fosse qualche giocatore (magari un capitano, sarebbe perfetto) di qualche altra squadra che vi da sui nervi, fatemelo sapere, perché quel ruolo è ancora vacante… Altrimenti boh, tirerò a sorte con i nomi che mi ritrovo… è appunto solo un nome che mi serve!

Volevo ringraziare Bambi, mi ha fatto davvero piacere leggere il tuo commento… il rossore di Kaede mi è venuto così, non so neanche bene perché. Cioè, lo so in teoria, ma è piuttosto nebuloso come concetto.

Quanto a Venus… sono così contenta di risentirti…! Spero che non trovi i personaggi TROPPO OOC, visto che sei un’appassionata… e spero che il rapporto tra Akira e Kaede ti continui a intrigare, perché ho intenzione di costruirci il racconto sopra. Non so cosa farci, io me li vedo troppo bene…