Innocenza rubata – Capitolo 1

Ovviamente i personaggi di Slam Dunk non sono miei, io li prendo in prestito di tanto in tanto, e senza scopi di lucro!! Quindi niente cause please!! Non ho un euro!! Non ho un euro!! Questo capitolo contiene scene di violenza e/o scene di sesso, non adatto ai deboli di cuore ^^ Quindi se non amate le scene forti ne sconsiglio la lettura. Buona lettura!! ShaKa

Innocenza Rubata

Parte I

di `ShaKa`

E’ mattina, il sole già filtra dalle finestre e non mi permette di dormire ancora. Mi muovo sgranchendomi le braccia, e mi giro subito a guardare il letto a fianco del mio, ma mi accorgo che è vuoto. Dove diavolo si è cacciata la Kitsune???

Mi alzo, e scosto la tenda dalla finestra, che mi da la panoramica sulla spiaggia (visto che ho una certa idea di dove sia quella volpe deficiente!!) ed infatti…appena apro la finestra noto da lontano la sua figura che corre sulla spiaggia. Dannato volpino nemmeno mi ha chiamato!!

Dopo alcuni minuti sono anch’ io in spiaggia.

– Rukawa deficiente! Avresti potuto svegliarmi!!- gli urlo contro vedendolo avvicinarsi.

– Sembravi in letargo, do’aho!- mi dice fermandosi di fronte a me, che faccia tosta, proprio lui mi parla di letargo!!

– Sei senza cuore!- piagnucolo io, mentre lui mi guarda con il suo sguardo più bello, poi mi dice:

– Vieni, facciamo una passeggiata sulla spiaggia-, beh, in effetti è presto per rientrare per la colazione, quindi perchè no, magari così potremmo starcene un po’ soli!!

Camminiamo per un po’, e ci allontaniamo di parecchio dalla pensione che ci ospita. Alla fine ci sediamo sulla sabbia, e Kaede si sdraia, mettendosi a fissare il cielo. Sono seduto vicino a lui, mi giro un attimo, guardandolo, studiandolo. I suoi lineamenti sono distesi, e sereni. I miei occhi si posano sulle sue labbra, effettivamente, ancora questa mattina non gli ho dato il bacio del buon giorno!!

Mi giro un attimo a guardare in giro per assicurarmi che siamo soli, poi mi chino su di lui,

– ehy volpastra!-

– oi, do’aho..- mi sussurra prima che lo baci. Io sorrido raggiante. Sono due giorni che stiamo insieme, e sono stati dei giorni magnifici, innaspettatamente da sogno. Non ho mai immaginato questo lato di Kaede, ne credo sarei mai stato capace di farlo, visto che la Kitsune solitamente sembra avere la sensibilità e il calore di un bastoncino di pesce surgelato!!

Le mie mani lo accarezzano, sotto la maglia. Gli sfioro il petto, udendo un piccolo gemito di piacere, quando con le dita, gli sfioro un capezzolo. Mi fa eccitare tantissimo. Gli divoro le labbra con un bacio indiavolato, e lui non si tira certo indietro!!

– volpe, sei un istigazione alla violenza! Quando ti bacio perdo la testa..!- gli sussurro a fior di labbra, prima di mordergliele. Rukawa accenna un sorriso, mentre sento le sue mani scivolare lungo le mie spalle, dietro le scapole. E un brivido mi attraversa la schiena. E incredibile l’effetto che mi fa, e io stesso sono ancora incredulo alle sensazioni sconvolgenti che scopro di volta in volta con lui.

– Lo sai che sei una terribile…- mi chino a baciargli il mento…

– …antipatica…- gli bacio la guancia…

– presuntuosa…- il naso…

-…sexy …e provocante…- le labbra..

– volpe?- gli sorrido, e devo dire che da quando sto con lui ho davvero tanti motivi in più per farlo. Kaede mi abbraccia stretto.

– Io sarei sexy?- mi chiede, quasi sorpreso, io annuisco,

– Non solo…anche provocante, antipatico, adorabile, insopportabile, ma soprattutto…una stupida volpe…e mi fai perdere la testa ogni volta…in tutti i sensi …- rido, Kaede mi ruba le labbra per un bacio caldo e ipnotico, come solo lui sa darli, e io mi lascio andare contro di lui, lasciandogli il controllo del nostro bacio. Nessuno si rende conto di quanto sia passionale e intenso, nemmeno io a dire la verità sospettavo che sotto la sua maschera di ragazzo tutto di un pezzo, freddo e indifferente potesse ardere il fuoco di una passione che in certi istanti mi fa paura, per la sua intensità e impetuosità. Ma sono felice di aver potuto conoscere questa parte di lui, di averlo potuto fare solo io, e sono deciso a voler essere l’unico, per tutta la vita. Mica penserete che mi lasci scappare il mio volpacchiotto ora che l’ho conquistato??!?!?

Torniamo alla pensione in tempo per l’allenamento. E da allora ho ben poco tempo per pensare a tutto il resto. Ma le ore volano via in un batter d’occhio.

Gli allenamenti del mattino stanno per finire. Sono a fondo campo per fare gli ultimi tiri a canestro. Ad un tratto noto che un giocatore del Toyotama si avvicina a me.

– Nagaregawa!- mi giro, ovviamente curioso di vedere chi sia, e noto che è il capitano della loro squadra, se non sbaglio si chiama Minami. Mi ricordo abbastanza di lui e del bel occhio nero che mi ha regalato durante lo scorso campionato.

– Nh!- mi giro verso il canestro ignorandolo, lui ride guardandomi.

– sei migliorato..- continua, ma devo dire che mi scoccia fare conversazione su un campo da basket, così non rispondo e continuo a lanciare.

– ..e noto che anche il tuo modo di socializzare è migliorato…- ride ancora,

– nh! Cosa vuoi…?- gli chiedo infine intuendo che la sua presenza non sia soltanto mirata a farmi complimenti.

– volevo sfidarti ad un one on one…-, ed a questa, ha subito la mia attenzione, – però la palestra ormai sta chiudendo, che ne dici di vederci al campetto che c’è al parco qui vicino, nel pomeriggio, non viene mai nessuno lì, ci vado spesso a giocarci…nessuno ci disturberà!-

Lo guardo, annuendo, e facendogli intuire che voglio continuare i miei tiri adesso, prima che l’allenatore ci spedisca in camera a cambiarci.

Rientro quasi subito in camera, ho chiamato Yohei, erano giorni che non ci sentivamo, e volevo aggiornarlo su come vanno le cose con Kaede, quel deficiente aveva predetto che la Kitsune e io ci saremmo scannati entro le prime 24 ore, e invece…s’è dovuto ricredere!!

Appena chiudo la porta, mi do alla ricerca di Rukawa, conoscendolo potrebbe benissimo essersi addormentato nella doccia…ma quando arrivo sulla soglia del bagno, la porta è aperta e Kaede è li che si sta asciugando i capelli.

– Vai da qualche parte volpe?- chiedo curioso di vederlo ancora in tuta, ma lui non risponde, – posso sapere dove vai?- gli dico avvicinandomi a lui, e intrappolandolo tra me e il lavello.

– Devo vedere un giocatore del Toyotama…- cosa? Un appuntamento con uno di quei balordi?!?!?

– chi? E poi da quando ti frequenti con quei teppisti del Toyotama??- chiedo mentre gli abbottono la felpa, e nel frattempo gli rubo un bacio veloce, lo guardo, lui mi fissa un attimo, poi si allontana,

– Sakuragi ti ricordo che non ho bisogno di una balia, so difendermi da solo!…Comunque non mi ricordo il nome del tipo… giocava nel toyotama anche l’anno scorso però…-

– Sei senza speranza! Proprio un volpino svagato! Comunque voglio venire con te…-

– No, scordatelo!-

– E sentiamo…perchè non posso?-

– Ho già risposto…-

– Ma Kaede quei tipi non sono raccomandabili, sono dei teppisti!! Potrebbero aggredirti…accidenti l’ anno scorso quando ti han colpito durante la partita hanno dimostrato di essere delle carogne….se ci ripenso…il tuo povero occhio! Lo avrei ammazzato a quello!!! Non puoi fidarti di andare da solo a incontrare uno di quelli! Potrebbe approfittarne per metterti le mani addosso…e allora lo dovrei uccidere!! Non puoi farlo!! Ecco!!- quando finisco di parlare alzo gli occhi per guardare Kaede, e noto che mi guarda un po’ strano, avrò detto qualcosa di sbagliato?

– Comunque do’aho…vado da solo…e poi ti ricordo che non sono proprio indifeso…tornerò illeso, e tornerò presto…- mi dice, – non porto il cellulare, tanto non dovrei mancare molto…-, io annuisco, e ripenso a ciò che ha detto, beh effettivamente Kaede non è quel che si dice un ragazzo indifeso, di questo devo dargliene atto…nelle nostre scazzottate mi ha sempre tenuto testa. Sarà come dice lui, non c’è niente da temere, anche se io sono ugualmente agitato…e geloso!

Kae prende le chiavi della stanza, mi avvicino e gli do un bacio, poi lo guardo andare via.

Non credevo Hanamichi potesse essere così iper protettivo con me, nonostante io odii questo tipo di atteggiamenti, non mi da fastidio sapere che si preoccupa per me, nonostante io non ne abbia davvero bisogno! Mi dirigo al luogo dell’appuntamento, seguendo le istruzioni lasciatami da quel tipo. Arrivo sul posto dopo aver camminato per dieci minuti abbondanti. Sembra un campo da Street Basket, abbandonato nel verde di un parco, che dall’impressione che dà, è abbandonato da molto tempo. Mi guardo intorno, entrando nella recinzione, e notando che il mio avversario è già qui, e se ne sta seduto su un muretto all’interno.

– Nagaregawa!- si alza iniziando ad avvicinarsi,

– Puntualissimo,eh?- mi saluta, – Spero che tu ti ricordi il mio nome, lo scorso anno ero capitano del Toyotama, sono Tsuyoshi Minami. Ma oggi in palestra non abbiamo avuto tempo per rinnovare le presentazioni!-

– Mi ricordo di te- rispondo piano.

– Mi fa piacere che tu abbia accettato il mio invito a questo one on one!-, beh spero che capisca che la nostra sfida sia l’unico interesse che ho, e non si dilunghi in chiacchere! Prendo la borsa lasciandola cadere sul muretto, e estraendone una palla,

– Non perdi tempo eh? Sempre dritto al punto…- dice, togliendosi la giacca, – non ti tiri mai indietro vero?- mi chiede.

– Non quando si tratta di basket!- rispondo brevemente iniziando a riscaldarmi. Infondo la vita è come il basket, una continua sfida, come rifiutare?

– Bene, campione, fai tu le regole?- mi chiede dopo qualche minuto a provare tiri.

– Ai venti, niente tiri da tre!- dico velocemente. Gli lancio il pallone, che afferra con entrambe le mani. Guardo il campo, pavimento in rude cemento, le linee si vedono appena, e il canestro è solo un cerchio in ferro arruginito. Ma devo dire che ho giocato in posti peggiori. Non dovrei avere problemi.

Iniziamo subito a giocare, e lo scontro si fa subito interessante. Minami ha un ottima strategia di marcatura, ricordavo bene la sua bravura! Ma la sua tecnica migliore è sicuramente quella di attacco, veloce, precisa, efficace. Come il Run & Gun che usava lo scorso anno ai Campionati Nazionali. Ma non mi faccio certo scoraggiare. La mia tecnica non ha nulla da invidiargli. Dopo un ora siamo ancora al 16 pari. Mi asciugo il sudore con la mia fascetta, avvicinandomi al canestro e palleggiando. Lui è dritto davanti a me.

– Sei migliorato!- mi dice, ma non rispondo, non amo distrarmi in questi momenti. Avanzo palla alla mano, per raggiungere il canestro, e ce la farò!

Lui mi corre incontro, per contrastarmi, tiro, anello! Accidenti, rimbalzo!! Saltiamo entrambi, ma la palla, toccata da entrambi schizza dalla parte opposta, rotolando a fondo campo. Noi rimaniamo fermi sotto canestro, dopo essere ricaduti, mani ai fianchi, respirando profondamente. Ci giriamo osservando la palla rotolare, fino ad un angolo della recinzione. Mi muovo per andare a recuperarla. Ma ad un tratto la palla viene fermata, da un piede. Alzo gli occhi per vedere chi è stato, e noto un gruppo di ragazzi all’entrata del campetto. Non bado molto la cosa, quando mi giro vedo che anche Minami li ha notati, e lui invece, diversamente da me, impallidisce visibilmente. Mi asciugo la fronte dal sudore con la maglietta, ignorando l’ espressione ostile che ci rivolgono. Il mio compagno di gioco invece gli va incontro, si china a raccogliere il pallone, ma il tipo che tiene il piede sopra glielo impedisce. Questo attira anche la mia attenzione. Tsuyoshi si tira di nuovo in piedi, con sguardo serio, ma calmo. Ho l’impressione di riconoscere uno di loro, giocava anche lui nel Toyotama, e le successive parole di Minami chiariscono i miei dubbi.

– Kishimoto, cosa siete venuti a fare?-,

– A vedere questa fantomatica ?sfida?- gli risponde con tono ironico.

– bene, allora ridammi il pallone!- si fa avanti Minami.

– prenditelo!- dice l’altro, togliendo il piede dalla sfera, e invitandolo a chinarsi. Minami si china a prenderlo, lentamente, quasi temendo qualche reazione. E come da attesa, Kishimoto lo colpisce con un calcio, poi lo afferra per la maglietta tirandolo su. Quasi sollevandolo da terra.

– Minori smettila, vattene!- ringhia Minami, ancora stordito per il colpo.

– Cos’è Tsuyoshi, vuoi evitare lo scontro?-

– io non voglio scontrarmi con te! Siamo amici, e compagni di squadra da tanti anni…il tuo atteggiamento è sbagliato!-

– Tsuyoshi, ti ho già detto cosa penso della tua amicizia, sai cosa voglio!- Minami si irrigidisce ancora di più.

– Vattene!- gli ringhia, cercando poi di liberarsi dalla sua morsa, e ci riesce! Si fissano un attimo, poi lo sguardo di Kishimoto si sposta su di me, che nel frattempo sono rimasto a fissare tutta la scena.

– Rukawa…Rukawa…Rukawa…- sussurra, camminando nella mia direzione, – non mi aspettavo di rivederti, la fama della tua bravura di giocatore è ormai arrivata anche ad Osaka!- io mi giro ignorandolo, ma lui sembra non gradire, e mi colpisce ad una spalla. Io, prevedendo le sue mosse, riesco a scostarmi, e rispondo colpendolo al volto.

– Non toccarmi!- gli sibilo con tono gelido.

Minami ci raggiunge, interponendosi tra di noi. Kishimoto si asciuga un rivolo di sangue che gli scivola dal labbro.

– Me la paghi questa occhietti azzurri!- mi dice poi,

– Kishimoto, cosa vuoi fare?? – interviene il compagno, – non coivolgere altre persone nei nostri problemi!- lo rimprovera ancora.

– Il mio unico problema è lui- dice indicando me, e cercando di avanzare oltre l’ostacolo che invece continua a bloccarlo, – tu mi hai rifiutato per questo moccioso, e io muoio dalla voglia di vedere cosa ha davvero questo damerino da meritare i tuoi interessi!- Minami spalanca gli occhi, e io a quella frase sussulto, non riuscendo a capire il nocciolo di tutta questa storia. Il giocatore del Toyotama spintona il compagno all’improvviso.

– Vattene Rukawa!!! V-a v-i-a!!- mi grida, mentre colpisce Kishimoto, che reagisce, gridando – Fermatelo!!- e i ragazzi che fin ora erano rimasti ad osservare passivamente si muovono verso di me. Due separano lui e Minami. E dopo aver bloccato quest’ultimo, lo tengono fermo. Gli altri ormai sono di fronte a me, e io mi preparo a fronteggiarli, non mi tirerò indietro, anche se quattro contro uno non è il massimo in una rissa, soprattutto se tu sei ?l’uno?. La quotazione di vittoria non sono le migliori.

Mi si accaniscono contro. Inizialmente metto a segno dei colpi molto forti stordendone due di loro, ma gli altri due mi colpiscono alle spalle, cado in ginocchio, gemendo dal dolore, e subito dopo mi colpisce un calcio al volto. I colpi non si fermano, mi sollevano di peso, ma io reagisco colpendo a più non posso, se proprio vogliono la guerra, guerra sia! Non è facile aver la meglio su di me!!

Dopo qualche minuto due di loro sono K.O. Mi giro vedendo Minami fare ancora a pugni.

– E’ un osso duro, maledetto!- esclama uno dei teppisti rimasto in piedi. Mi preparo a fronteggiarlo. Ad un tratto mi accorgo della presenza di qualcuno alle spalle, ma non faccio in tempo a girarmi che vengo colpito alla nuca violentemente, tanto da stordirmi, e due di loro ne approfittano per bloccarmi per le braccia e piegarmele dietro la schiena. Kishimoto davanti a me mi osserva, sistemandosi una ciocca di capelli sfuggitagli dal codino, e un aria di superiorità che avrei tanto voglia di togliergli da quella faccia del cavolo!

– Bene, bene, bene….ed adesso eroe, come la mettiamo?- giro la testa, cercando Minami con lo sguardo, e lo vedo al suolo, svenuto. Mi rendo conto che nessuno può aiutarmi adesso. Cerco di liberarmi dalla morsa dei miei carcerieri, ma mi è impossibile, vengo colpito al volto in modo violento, e subito dopo sento il retrogusto del sangue farsi intenso in bocca, e mi gira la testa. Mi danno una ginocchiata allo stomaco che mi fa piegare in due. Una mano si infila tra i miei capelli, strattonandoli, e costringendomi a reclinare la testa all’indietro. Sono troppo stordito per riuscire a fare la qualsiasi. Devo reagire!

Kishimoto si avvicina, fino a trovarsi di fronte a me.

– Sai occhi blu, mi sono chiesto cosa mai Tsuyoshi trovi in te più di me!- in questa si avvicina, sfiorando le mie labbra con le sue, io mi volto , ma lui mi blocca con le mani, e preme la sua bocca sulla mia con violenza. Mi sento sopraffatto, e quasi soffocare, la presa dei due ragazzi che mi bloccano è salda, e non trovo modo per reagire, se non …

– Ahrggg!! Bastardo!!- grida il bastardo allontanandosi da me velocemente, toccandosi le labbra, – mi ha morso! Porco!- dice ancora sputando a terra. Mi guarda e io ricambio con uno sguardo altrettanto carico di odio. Mi colpisce al volto, più volte, tossisco, sentendo l’aria mancarmi, – Ok! Occhi blu…l’hai voluto tu…io volevo darti solo una lezione, ma tu sei molto tenace, e adesso pretenderò di più!…Avanti, sbattetelo alla recinzione!- dice, mentre vedo che la sua mano scende alla cintura dei pantaloni, intuisco ciò che vuole fare e cerco di reagire, liberandomi un braccio, e colpendo uno dei due che mi tengono, ma la mia reazione è inutile perchè vengo subito immobilizzato dagli altri! Sono troppi! La testa mi fa male! Mi sento debole. Nonostante la mia rabbia , la mia forza non ha il sopravvento.

Vengo scaraventato alla recinzione, e nell’urto sbatto la faccia contro la rete metallica. Kishimoto si avvicina a me, che continuo ad agitarmi nel tentativo di liberarmi. Mi afferra per i capelli, tirandomi la testa all’indietro. Sento le sue labbra sul mio collo, martoriare la mia pelle di baci e morsi, e una forte sensazione di disgusto e nausea mi assale.

– tenetelo fermo!- ordina ancora.

– Minori cosa vuoi fare?- chiede uno dei due che mi tiene.

– Vuoi sbattertti questo finocchio?- aggiunge l’altro, Kishimoto si stacca da me, e si avvicina a uno dei ragazzi che ha parlato.

– Questo finocchio mi ha fatto drizzare il ca***, quindi o me lo scopo o mi scopo uno di voi due! Intesi?-. Dopo quelle parole nessuna replica, solo silenzio, e la sua voce che continua, – preparatevi, perchè dopo ve lo ripassate anche voi!- a quelle parole sento il terrore assalirmi, e appena sento le sue mani sui miei fianchi, capisco che non posso fare nulla, e non mi sono mai sentito così impotente in tutta la mia vita! Sento le sue dita sfiorarmi la pelle, intrufolarsi oltre la mia maglia, accarezzarmi il petto, e grido:

– No! Fermati!!- non ci credo! Non riesco a credere che stia succedendo!

– Grida quanto vuoi, qui non ti sentirà nessuno!- ride,

– No! Lasciatemi!- grido ancora, ma inutilmente.

Sento il mio corpo messo a nudo dalle sue mani su di me. Le sento vagare, fino a raggiungere i miei pantaloni, e con uno strattone tirarli giù. Le sue mani sfiorano la mia virilità, e io sussulto.

– No! No!- mi agito, ma la sua mano mi spinge con la faccia alla recinzione, violentemente, ferendomi la fronte. Delle gocce di sangue scendono sui miei occhi, e mi costringono a chiuderli, privandomi della vista. Le sue gambe bloccano le mie allargandole. Sento il mio corpo dolorante e debole, la mano di Kishimoto inizia a masturbarmi, prepotentemente, ma non provo alcun piacere a quella violenza, mi sento solo terrorizzato, umiliato e senza potermi trattenere oltre inizio a piangere. Mi sento sfibrato dal dolore, e dal mio odio. La sua mano si stacca dalla mia testa, e io reclino di nuovo la testa indietro, tentando di repirare, ma le lacrime sembrano soffocarmi.

Sento il suo alito sul mio collo, quando mi chiede: – sai cosa ti farò adesso??- mi morde una spalla, facendomi gridare dal dolore – ti umilierò..come un cane!- sento le sue carezze sui fianchi, avide. Sfiora i miei glutei, e poi sento le sue dita sfiorare la mia apertura. Dopo, solo un intenso, lacerante dolore. Quello del suo sesso che entra dentro di me, con un unico movimento, violento e forte. Grido. Dal dolore. Dall’umiliazione. Sento i suoi movimenti nel mio corpo. Non si ferma nemmeno un attimo, le sue spinte sono veloci, profonde, e mi costringono a sbattere continuamente contro la recinzione di fronte a me. Ad un altro affondo sento la sua voce nell’orecchio

– Sei fantastico sai? Una vera favola…-.

Una profonda frustrazione si fa largo in me, sentendo il mio corpo posseduto con tanta deliberata violenza. Non resisto ulteriormente, le lacrime si alternano ai singhiozzi, e vorrei solo essere lontano da qui, lontano da tutto, vorrei che fosse un incubo, e che quando mi sveglierò tutto sparirà…e sarò al sicuro, con Hanamichi…

… Hanamichi, come vorrei che fosse qui, e che io, per una volta, non avessi fatto di testa mia…vengo spinto ancora una volta contro la rete metallica, e mi sento mancare…

Sento il mio corpo come impazzito, perdo il controllo di me, e coscienza di tutto quello che mi circonda, sento solo le mie grida, sempre più forti, poi la mia mente scivola nel buio dell’incoscenza…

Sono sulle scale davanti alla pensione. Kaede doveva essere tornato già da un pezzo, ma non si è fatto vedere. E sono preocupatissimo. Ha lasciato anche il cellulare in camera, e non so nemmeno dove stava andando. Ho come una strana sensazione allo stomaco, il presentimento che possa essere successo qualcosa di brutto.

Sento il telefono della pensione suonare, e vedo la responsabile rispondere, dopo un attimo si gira verso di me, e mi chiede di andare a chiamare il nonnetto. Quando il coach risponde, io sono lì vicino, e ascolto le sue parole.

– Kaede Rukawa? Si, è mio studente.- dopo un breve pausa, – capisco. Arrivo subito.- dice infine chiudendo la cornetta.

– Nonnetto, perchè ti hanno chiamato? Cosa succede a Rukawa?- chiedo tradendo la mia preoccupazione. Il nonno non risponde, mi fa segno di seguirlo, e io lo faccio. Prendiamo un taxi, e ci avviamo.

Quando scendo davanti all’entrata di un ospedale sento un brivido gelido scivolarmi addosso, seguo il professor Anzai all’interno. Lo vedo chiedere informazioni, poi insieme andiamo al quinto piano, al reparto chirurgia interna.

All’entrata del reparto, un infermiera ci fa strada, e ci conduce da un uomo, il medico responsabile a quanto ho capito.

– Professore Anzai?- chiede l’uomo, e il nonnetto annuisce.

– Ho parlato con lei poco fa al telefono?-

– Si, ho dovuto chiamarle, il padre sembra fuori sede per lavoro e ci è stato impossibile contattarlo, il ragazzo ci ha detto di chiamare lei. Abbiamo bisogno di qualcuno che firmi i documenti di degenza, e soprattutto qualcuno che si occupi di lui.- conclude il medico, mentre ci fa accomodare. Guarda me con molta curiosità, e il signor Anzai gli spiega può parlare liberamente, che sono un suo alunno, e amico di Rukawa. Il medico annuisce, poi prosegue.

– Non è facile dirvi ciò, ma…Rukawa è stato trovato da un ragazzo, e portato da lui in ospedale, era in stato di semi incoscienza quando l’hanno portato qui, ed era visibilmente shockato. Ha subito percosse.- si ferma un attimo, poi, – da un nostro primo controllo, ci risulta che abbia subito violenza sessuale…-. Dire che rimango senza fiato non rende per nulla quello che provo adesso. Mi si gela il sangue nelle vene, e devo trattenermi dall’uscire da qui e vedere subito Kaede. Il professore Anzai rimane silenzioso alle parole del dottore, si porta una mano ai baffi.

– D…dov’è Kaede?- chiedo, non resistendo oltre.

– Adesso riposa…è nella camera a fine corridoio e…-, non fa in tempo a finire che mi fiondo fuori dalla sua stanza, correndo verso la stanza dove Kaede è ricoverato, il dottore e il coach mi vengono dietro. Arrivato davanti alla stanza mi blocco, notando una figura a me familiare, quella di Minami, del Toyotama.. Che fosse con lui l’appuntamente che Kaede aveva? Mi paro davanti a lui, afferrandolo per la maglia.

– Cosa gli hai fatto, bastardo?!?!- gli grido scuotendolo, ma presto vengo bloccato da due infermieri, che, sollecitati dal dottore, appena arrivato di corsa, mi tengono fermo.

– Sakuragi si calmi! E’ stato lui ad averlo portato in ospedale!- mi dice, e io mi giro per guardarlo, Minami tiene lo sguardo a terra, con le mani mi stringe i polsi, tentando di liberarsi, sul suo volto vi sono ferite ed escoriazioni, come se fosse stato picchiato. Mi blocco, calmandomi. Gli infermieri mi lasciano andare.

Il signor Anzai si avvicina a Minami.

– Figliolo, grazie per aver soccorso Rukawa, ti siamo grati- gli dice inchinandosi.

– Anzai -san, io…- sussurra il verme, – … non ho potuto fare nulla…-.

– Eri con lui?- chiede Anzai. E lui annuisce.

– Stavamo giocando al campetto del parco. Poi sono arrivati dei ragazzi. Ci hanno aggredito, picchiati. Io ho perso conoscenza…e quando mi sono svegliato, Rukawa era privo di sensi, in un mare di sangue…non sapevo cosa fare, ho chiamato aiuto…e l’ho portato qui.- conclude il suo racconto.

– Conoscevi gli aggressori?- chiede il medico, ma lui scuote la testa. Il dottore si rivolge a noi.

– Al pronto soccorso non ha ripreso conoscenza…ma in camera, quando si è svegliato ha quasi aggredito degli infermieri che volevano medicargli le ferite, abbiamo dovuto sedarlo. Era sotto shock!- .

Ho voglia di piangere, per l’ennesima volta nella mia vita, mi sento un idiota, incapace di fare nulla. Anzai sospira pesantemente. Sento una cieca impotenza invadermi. Voglio vedere Kaede…voglio vederlo…

– Dottore posso…voglio vederlo!- chiedo d’impulso, ma lui mi fa cenno di no. E io mi sento un pazzo, a fissare quella porta senza poterla oltrepassare, per vedere il mio amore, per vedere con i miei occhi che sta bene, che è tutto una bugia, e lui…lui tornerà a casa con me…io non ci credo, non può essere vero, è un incubo, un incubo…!

Il signor Anzai va con il dottore a firmare i documenti per il ricovero, si assumerà lui la responsabilità, finchè non riusciremo a contattare il padre. Dopo torna da noi.

– Minami, Sakuragi, questa notizia non dovrà uscire fuori da qui, nessuno deve sapere altro, ai ragazzi della squadra dirò che ha avuto un incidente in bici, quando Rukawa sarà capace di decidere per sé, lasceremo a lui la possibilità di scegliere se dire o meno quello che è successo.- tutti riteniamo che quello che ha detto il nonnetto sia una buona idea, e più di tutti lo penso io, soprattutto conoscendo il caratterino della mia Kitsune. Non avrebbe mai voluto che qualcun altro lo sapesse. Non potrebbe sopportare la compassione della gente, come non avrei potuto sopportarla io, fossi stato al suo posto.

– Vado alla pensione, Sakuragi rimani tu qui?- io annuisco, non andrei da nessuna parte nemmeno potendo.

Quando il nonnetto va via, io torno a sedermi sulla panca di fronte alla stanza di Kaede. Minami è rimasto con me. Si siede al mio fianco.

– Mi dispiace…- mi dice, ma io ormai non voglio ascoltare niente e nessuno. Il mio chiodo fisso è oltre quella porta. E’ sapere CHI ha potuto compiere una cosa del genere. E’ odiare chi l’ha fatto, e volerlo morto per aver osato fare del male alla cosa più importante per me. Alla persona che amo.

– Vorrei sapere chi è stato…chi…chi ha potuto fare una cosa del genere…io lo ammazzerei con le mie mani!- dico in un’ impeto di rabbia. Minami, vicino a me mi fissa sorpreso.

– Sakuragi tu…- pronuncia interrompendosi, forse sorprendendosi della mia reazione, e rendendosi conto di cosa mi smuove dentro tutta questa rabbia. Il mio tono dopo un attimo si calma, capisco di aver esagerato, mi giro verso di lui.

– Senti…grazie per averlo aiutato…- gli dico, un po’ a fatica, ho un gran mal di testa, – se vuoi andare a riposare, fa pure…-

– Tieni, è il mio numero, avvertimi se ci sono cambiamenti ok?- mi dice porgendomi un pezzo di carta su cui ha scritto il numero di un cellulare.

– Ok! Lo farò…- gli dico. E dopo qualche altro minuto Minami si alza, mi guarda, poi va via, scomparendo alla fine del corridoio.

Io rimango qui, davanti a questa porta. La mia ansia man mano che passano i minuti si fa incontenibile. Ma finalmente dopo un po’ arriva il dottore,

– Dottore adesso posso vederlo?- chiedo impaziente, un altro po’ e butterò a terra la porta!

– Sakuragi, non può entrare! Potrebbe non reagire in modo positivo alla sua presenza…- mi averte, ma io vado fuori di testa, non voglio aspettare un attimo in più…devo vedere Kaede, adesso!!. Urto il dottore, e mi faccio largo,

– Sakuragi cosa fa?- mi grida dietro, ma io non lo ascolto, e dritto come un treno mi porto davanti alla porta della stanza, apro la porta, e velocemente entro…

– Voglio vedere Kaede e non voglio altre scuse!- grido mentre oltrepasso la soglia.

Mi chiudo la porta alle spalle, e mi appoggio ad essa…guardo la stanza, e man mano che mi rendo conto di cosa sto facendo, prendo coscienza di quello che vedo….e il mio cuore si sconvolge nella visione di ciò che ho davanti ai miei occhi.

Owari…

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Ps. Le note questa volta vanno alla fine. Volevo dire che questo capitolo è stato davvero una sofferenza da scrivere, soprattutto perchè fanno del male al mio Rukawa-uccio- amore della mia vita! Scrivere le scene forti non è stata una passeggiata! Spero apprezzerete, e non mi lincerete per quello che ho scritto. Volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito le mie fic, e quelle che mi hanno scritto all’email. Spero di avere altri commenti e consigli, ovviamente l’indirizzo è sempre quello: shaka_della_vergine@email.it.

Pps. Kiriko al più presto scriverò la fic che mi hai chiesto!! Tutta questione di tempo ^^

Un bacio a tutti ShaKa