Notti di seta – Capitolo 4 – di elrohir

Desclaimer: purtroppo non sono miei i personaggi ma li ho solo presi in prestito!!! Sono del maestro Inoue!!

 

 

 

di Elrohir

Capitolo 4

 

 

Pov Sakuragi

Sto guardando la schiena del volpino. Cammina davanti a me, veloce.

Dove sta andando, così di fretta?

Non lo indovinate?

Ascoltate cosa dice, forza. No, non è zitto. Io li capisco, i suoi mezzi mugugni.

Insulta me. Tanto per cambiare.

E perché? Perché grazie a me è in ritardo con gli allenamenti.

Secondo lui.

Cosa ho fatto? Niente! L’ho solo spinto sotto la doccia, e lasciato in bagno.

Se poi lui si è riaddormentato, mica è colpa mia.

E neanche potevo restare lì a controllarlo!

No, voglio dire, fissarlo mentre fa la doccia…

Alt, stop, cancellate questo pensiero. Non c’entra niente.

Io non sono rimasto lì perché… perchè non ci volevo restare. E che, sono diventato il suo cane da guardia?

Che si chiami Sendoh, se proprio vuole uno spettatore!

Penso all’orrido porcospino nel bagno con la mia volpe. Nuda. Sotto la doccia.

Cambiato idea. La stupida kitsune è abbastanza grande da farsi il bagno da sola, porca miseria….

Che poi, cosa ha bisogno di allenare, quello… guardalo come salta!

Neanche è entrato in palestra, e già sta appeso al canestro!

Ma è imparentato con un uccello, per caso?

Quelle sue scapole sono così sporgenti perché devono trasformarsi in ali?

Come un angelo… un bellissimo angelo dai capelli neri…

-Do’hao!

Il pallone mi ha centrato in piena faccia.

Ma che angelo e angelo! Quello è un diavolo! Un mostro!

-Baka kitsune! Sfidi il Tensai?

Rukawa non risponde, ricomincia a palleggiare.

Non lo capisco. Ma mentre sto per avvicinarlo, ecco entrare il nemico.

Kami, quanto lo odio! Con quei suoi capelli assurdi! E quell’assurdo sorriso mentre frega il pallone alla mia Kitsune e lo mette fuori dalla sua portata.

E Rukawa, invece di mollargli una ginocchiata dove dico io e riprendersi la sua palla, o al limite voltarsi e cercarne un altra tra quelle sparse per la palestra, cosa fa?

Si ferma! Un po’ ansante, in attesa di ascoltare quel che il porcospino deve dirgli.

Senza neanche la sua tipica occhiata inceneritrice!

Non sento cosa si dicono, parlano piano, ma vedo gli angoli della bocca di Rukawa curvarsi impercettibilmente verso l’alto!

Kami! Sorride! Il ghiacciolo umano sorride.

Al porcospino.

L’ho già detto che io lo odio, Akira Sendoh?

Dal primo giorno che l’ho visto.

Oh bè, non proprio dal primo… diciamo che in quella partita mi era stato solo sulle palle.

Rukawa però non gli aveva parlato, dopo. Probabilmente era troppo incazzato per aver perso. Sempre permaloso, il mio volpino.

Insomma, credevo che Sendoh per lui fosse un semplice avversario. Qualcuno da fare a pezzi. Scavalcare.

E invece, una settimana dopo me l’ero trovato fuori dalla scuola, l’orrido.

Con quel suo sorriso incongruente, anche se non c’era nessuno a cui mostrarlo.

Mi aveva salutato educatamente, l’ipocrita. –Oh Sakuragi, sono contento di rivederti.

Cioè, avete capito? Mi prendeva in giro! Quel saccente schifoso, stava davanti alla mia palestra e mi sfotteva! Me! Il Tensai!

Faceva anche finta di essere un avversario simpatico…!

Mitsui comunque non si era fatto ingannare da quelle moine, quando smile-man aveva rivolto a lui il suo sorriso. –Cazzo vuoi, Sendoh?

-Sto aspettando Kaede.

E a noi era caduta la mascella.

No, dico, Kaede. Neanche Rukawa. Kaede.

Gli fui addosso in un lampo. Non ricordo nemmeno cosa ho pensato.

-Stai alla larga da lui, pezzo di merda…

Mi fermò una voce. Una voce morbida, sensuale.

Una voce che sentivamo raramente. Quasi sempre costretta in un Do’hao.

Fino allora mi ero anche vantato di essere l’unico che riuscisse a farlo parlare.

Ma in quel momento non si rivolgeva a me. E non era un sibilo trattenuto tra i denti.

Vibrava, cristallina.

-Ciao Akira.

Sendoh aveva approfittato del mio momento di sbandamento per sottrarsi alla mia presa. Si era avvicinato a Kaede. E aveva detto. –Ehilà occhi splendenti! Come mai da queste parti?

Capite perché dico che è cretino? Cioè, gli fa la posta per ore davanti al cancello, e poi…

-Do’hao.

Ma non c’era rancore, o sufficienza, in quell’insulto. Solo affetto, e divertimento.

Sendoh gli aveva passato una mano tra i capelli, ridacchiando. –Pensavo ti fossi nascosto a dormire da qualche parte.

-Ma piantala…

-Se no cosa mi fai, honey?

Uno sbuffo, una gomitata, e se n’erano andati insieme, Sendoh un pallone sotto braccio, Kaede il borsone su una spalla.

Noi eravamo rimasti fermi, ancora abbagliati dal primo sorriso di Rukawa.

In quel momento capiii di odiare Akira Sendoh.

Ed è quello che penso ancora adesso, con l’acqua calda della doccia che mi schizza il volto.

Sapendo che loro sono là. Ancora in palestra, ad ammazzarsi su quel cazzo di pallone arancione che sembra catalizzare tutte le loro vite. Come sempre, insieme.

Pov Sendoh.

-Allora, honey, one on one?- propongo, mentre lui beve un sorso d’acqua. Mi sono rotto di stare a tirare al canestro da solo. Soprattutto con Kaede vicino. È un avversario troppo interessante per perdere tempo in quel modo.

Fa una smorfia. Scrolla le spalle.

Figurarsi se non ci sta.

Gli frego la palla prima che possa cominciare a giocare. Mi guarda contrariato.

-Se perdi mi dirai cosa ti prende in questi giorni.- gli sussurro con il viso a pochi centimetri dal suo.

-E se vinco la smetterai di rompermi le palle.- sibila a sua volta, portandosi ancora più vicino.

Annuisco, allegro. Lo so che non fa sul serio.

Giochiamo per un po’. Non tengo conto dei punti, io. Tanto so che mio cugino non se ne lascia scappare uno, dei nostri canestri.

Il pallone finisce un’ultima volta nella retina, e cade. Rimbalza a terra, e lui non corre a riprenderlo. Si lascia invece cadere sui materassi ai lati della palestra, e io lo raggiungo tutto allegro.

Ha la sua solita aria un po’ malinconica di fine partita. Mio cugino vive solo quando gioca a basket. È l’unico momento in cui quel vuoto maledetto lo lascia respirare.

Mi butto a terra. E rotolo per poterlo guardare.

Mi metto comodo, mento puntato sul suo stomaco. Gli sorrido. –Allora? Chi ha vinto?

-Kira, dovresti davvero imparare a contarli, i punti,

-E perché scusa? Tanto ci sei già tu…

Tace. Gli pinzo i fianchi, si divincola. –Dai, me lo dici? Chi ha vinto?

-Ma chi vuoi che abbia vinto, stupido porcospino! Io, no? Sono finiti i tempi in cui potevi battermi!

-Già.- annuisco, e sento quasi nostalgia di quei giorni. Di quel bimbo dagli occhi grandi che ancora guardava il mondo come fosse il castello di una meravigliosa fiaba.

Non che io fossi poi molto diverso, a quel tempo. Semplicemente, avevo due anni in più.

Lo abbraccio stretto. –Allora, sta tristezza?

Sospira –Kira, è inutile parlarne…

-No che non è inutile. Dimmi chi è.

-Chi è chi?

Lo guardo contrariato. Mi irrita quando fa finta di non capire –Kaede, insomma! Dimmi chi è il bastardo che ti fa soffrire!

Distoglie lo sguardo.

Decido di provare a tastare terreno. –Kae? Ci sei stato?

Scatta su, indignato –Ma che cazzo dici?

-Che, è etero?

Annuisce, senza guardarmi.

-Non sarebbe la prima volta che…

-Lui è diverso.- mi interrompe.

Sto zitto un attimo. Lo scruto.

Maledizione, è così bello, così fragile, così gelido… perché non può essere felice, una volta? Perché deve sempre farsi male?

-E chi ti dice che Sakuragi non sia attratto da te?

Sobbalza. Mi fulmina con uno sguardo assassino. –Allora sapevi…

-E certo!- gli dico allegramente. –Sono o non sono il tuo cuginetto preferito? Ti conosco meglio io del tuo analista!

-Su questo non c’è dubbio.- mormora lui, cupo. Ma non ho nessuna intenzione di lasciarmi distrarre.

E lui non ha nessuna intenzione di continuare a parlare.

Si alza in piedi. –Senti Akira, è un caso disperato, ok? Ho solo bisogno di un po’ di tempo per dimenticarmelo…

Se ne sta andando. –E se ti dicessi che gli piaci? E anche tanto?- gli urlo dietro.

Lui si ferma. Resta un attimo lì, piantato in mezzo alla palestra, poi lentamente si lascia cadere a terra.

Lo raggiungo in fretta. Gli scosto i capelli dal viso, scopro i suoi occhi. Sono tristi, lontani.

Si raggomitola contro di me. Un metro e novanta, e sembra ancora un gattino.

-Sai, quella notte che mi parlavi dell’amore? Che dicevi che è quanto di più fragile e bello possa esistere? E che sempre soffre, e si dibatte e si ribella e sanguina?

-Sì. Proprio come te.- rispondo posandogli un bacio sulla guancia.

-Come te ne sei accorto? Di Hana, intendo.

-Non è stato difficile. Era l’unico con cui avevi una qualche reazione. Ti infuriavi con lui, cercavi di spronarlo.. e me ne parlavi. Ci stavi male quando ti insultava. E poi… vedendo come hai reagito oggi quando ha parlato al telefono con la Akagi…

Solleva di scatto la testa. –Che vuoi dire?

Gli apro la mano, che ha di nuovo contratto a pugno. Indico i segni delle unghie nel palmo. –Poco ci mancava che te le facevi sanguinare.- lo rimprovero.

Stiamo un po’ zitti. Poi. –Kaede, io dicevo sul serio prima. Tu gli piaci. Si vede lontano un miglio. È confuso, ma gli piaci. Ieri sera… tu non sai come ti guardava. E avrebbe voluto staccarmi la testa a morsi, quando ha saputo che ti portavo in camera da me.

Lui sorride, ma è un sorriso amaro. Un sorriso stanco.

Si alza in piedi. –Kaede…

-Kira, sono stufo. Sono stufo di soffrire, di stare con gente che mi scopa una volta e poi mi getta via. Sono stanco di essere guardato in questo modo. Preferisco stare solo. O con te.

Inizia a camminare, si ferma di nuovo. Si volta. Mi guarda.

-Hai ragione, io gli piaccio. Me ne sono accorto. Riuscirei a portarmelo a letto senza problemi. Ma dopo? Dopo, cosa farei? No, Kira, basta. Non posso passarci sopra un’altra volta. Non voglio passarci sopra un’altra volta. Non voglio fare un’altra volta l’amore con uno che mi sta semplicemente scopando. E soprattutto, non voglio farlo con Hanamichi.

Sorride. Con quel sorriso mi sta ringraziando per essergli vicino.

-Non reggerei il colpo.

E se ne va. Davvero questa volta. Sguscia dietro la porta della palestra, lasciandomi solo in mezzo ai palloni. A chiedermi perché.

Perché, con lui, debba sempre essere tutto così maledettamente complicato.

Mi pareva giusto scoprire un po’ le carte anche per quanto riguarda Kaede…

Hinao85, grazie per gli ultimi due commenti! Riguardo alla tua descrizione di Sendoh, sarò matta io ma a me sta troppo simpatico! Vado pazza per i tipi con la testa tra le nuvole, distratti e sempre allegri, irresponsabili… decisamente un amore. Quanto al secondo commento, sì, Sendoh si sente in colpa verso Kaede, ma le cose non si sono limitate a quel bacio… adesso devo ancora vedere bene la responsabilità del cugino nel casino immane in cui si è cacciato Kaede nel passato, ma indubbiamente lui ha una parte rilevante.

Venus, Grazie, troppo buona! Sono contenta che siamo d’accordo su quel che riguarda Hana e Sendoh.

Bambi, sai, mi sono stupita un po’ di come è venuta fuori la rivelazione di Kaede… ma in fondo lui è così, innocente… e poi le seghe mentali di Hana bastavano già per tutto il capitolo!!!

Ancora grazie a tutti, bacioni. See you soon!