Notti di seta – Capitolo 5 di elrohir

Desclaimer: purtroppo non sono miei i personaggi ma li ho solo presi in prestito!!! Sono del maestro Inoue!!

di Elrohir

Capitolo 5

Sakuragi pov

-Ehi tu! Che cazzo ti credi di fare?

La mia voce rimbomba nel silenzio della palestra.

Il bellimbusto solleva lo sguardo verso di me, stupito, smettendo per un istante di perforare la kitsune. Sarà meglio che mi guardi, stronzo, il Tensai ti ha rivolto la parola, dovresti considerarti onorato…

Chissà perché, ho come l’impressione che l’idiota non abbia capito bene come stanno le cose.

Punto primo, non si è prostrato ai miei piedi, implorando pietà per aver posato il suo sguardo irriguardoso sulla volpe.

Punto secondo, è tornato a fissare la volpe con un sorrisetto da schiaffi che mi fa montare dentro il desiderio di fare a botte.

Mi preparo a saltargli addosso…

E invece resto fermo. Perché lo stronzo ha parlato, con un tono basso, roco e sensuale.

Dio, lo odio. Se qualcuno non mi ferma faccio una strage!

-Chi è, tesoro, il tuo nuovo amichetto?

Come sarebbe a dire TESORO? Ma te non devi permetterti neanche di…

Aspetta un attimo. Cos’è sta storia? Amichetto?

Io AMICHETTO della KITSUNE?

Ma ti sei bevuto il cervello? Io e Rukawa amichetti…

Amichetti…

Bè, in effetti l’idea non sarebbe poi così malvagia…

Rukawa non parla. Che la cosa non dispiaccia neanche a lui?

Certo, ci sarebbe da spiegare il suo pallore, e i denti a martoriare le labbra, ma… NON PARLA! Non protesta! Neanche un do’hao!

Ci pensa il porcospino maledetto a rovinare tutto, come sempre.

-Taci stronzo! E Lascia Hana fuori da sta storia!

Il mio odio per Sendoh si riaccende. Cosa vuole lui! È geloso perché il bellimbusto non l’ha accostato a Rukawa? Perché ha capito che io e la volpe siamo fatti l’uno per l’altro? È invidioso?

Però non sembra…

Più che altro pare preoccupato…

Qualcosa non torna….

Taci stronzo! E Lascia Hana fuori da sta storia!

Lascia HANA fuori da sta storia? Da quando il porcospino mi chiama per nome?

Forse è davvero preoccupato…

Guardo il tizio. Toshiko, l’ha chiamato Ru.

Sta fissando Rukawa.

Improvvisamente mi accorgo di aver frainteso un paio di cosette (che volete, anche i Tensai sbagliano di tanto in tanto…).

Sapete quando dicevo che Sendoh se lo spogliava con gli occhi? Bè, forse esageravo.

Perché altrimenti non so proprio come definire lo sguardo di sto tizio!

-Le voci non ti fanno giustizia, Kaede…- mormora, in un sussurro che mi fa scorrere un brivido lungo la spina dorsale.

Poi si volta verso Sendoh. –D’accordo Aki-chan… lascerò Hana fuori dalla storia… credo che per un po’ il nostro Kaede sarà più che sufficiente…

E ora vedo Sendoh veramente furioso. Non è più preoccupato, gli occhi si sono fatti di ghiaccio… è incredibile quanto somiglia alla Kitsune in questo momento. –Prova solo a toccarlo un’altra volta e io ti ammazzo.- dice, con un tono di voce mortalmente calmo.

Un’altra volta? Ma che cazzo sta succedendo, qui dentro? Qualcuno si degna di illuminarmi?

Mi volto verso Rukawa, deciso a chiedergli spiegazioni, ma la risata di Toshiko si ferma –Quando la smetterai di tirar fuori le unghie per difendere la tua puttanella, Aki-chan?

Non respiro. Cosa ha detto?

Devo aver capito male.

Rukawa chiude gli occhi, vedo Sendoh respirare a fondo mentre Toshiko continua –Quando capirai che al tuo dolce ragazzino piace farsi sbattere, senza tanti complimenti, che quel faccino nasconde solo…

-Bastardo come ti permetti!

Un pugno lo fa tacere. Quasi non si mi sono accorto di avere urlato, la mia mano l’ha colpito di propria iniziativa. Come se il mio corpo –da sempre più saggio della mente- avesse deciso di suo che non poteva starsene fermo mentre quello sconosciuto sputava menzogne su Kaede.

Due braccia forti mi cingono la vita. –Ehi ma che cazzo ti prende, vuoi farti sbattere fuori dalla squadra?

Mitsui. La sua voce mi raggiunge a malapena.

Mi tira indietro, con uno strattone –Vedi di non fare stronzate se non vuoi farci rimettere il campionato. Idiota.

Ci sono tutti.

Mi volto, li guardo uno per uno.

Toshiko si è alzato, sta parlando con i suoi compagni come se niente fosse successo.

Rukawa palleggia davanti a un canestro, salta e tira, come sempre impeccabile, come sempre perfetto. Sciolto. Gelido.

Sembra impossibile che solo pochi istanti fa fosse sul punto di crollare.

Mi sono sognato tutto?

Sendoh parla con Koshino, ride, ma scorgo un’ombra nei suoi occhi che prima non c’era.

No, non ho sognato. Non capisco perché vogliono fare finta di niente, ma non ho sognato.

Toshiko mi si avvicina, con un sorriso imbarazzato sul volto. Sembra sincero.

-Ehm… forse dovrei scusarmi. Credo tu abbia frainteso qualche battuta scherzosa tra vecchi amici…

-Io di solito non do della puttana ai miei amici.- rispondo freddo. Non ho certo scordato quell’insulto.

Lui si passa una mano tra i capelli e arrossisce –Bè, sì, hai ragione, ma ripeto: è uno scherzo conosciuto. Un semplice accenno al passato di Kaede… e poi so che da fastidio ad Aki-chan e mi diverto a vederlo perdere il controllo. Ma non volevo far male, credimi.

Io sono ancora fermo a qualche parola indietro. –Che significa, ‘accenno al passato di Kaede’?

Lancio un’occhiata alla volpe. Sendoh l’ha raggiunta, le parla. Li vedo uscire dalla palestra. Torno ad ascoltare Toshiko, che mi guarda stupito –Non lo sai? Credevo foste…

-Siamo solo compagni di squadra.

Il suo sorriso si rischiara. –Ah, bè, in questo caso… no, niente, semplicemente Kae ha avuto un adolescenza un po’… movimentata…

-Ehi Scimmia, cos’è, tu sei troppo bravo per allenarti? Comincia a correre!

Mi volto verso Akagi con un moto di fastidio, ma Toshiko sorride. –Ha ragione lui, vai. Potremo parlare di questo in altre occasioni. Ti racconterò tutto quello che vuoi sapere, promesso…

Quando mi avvicino a lui, Mitsui mi guarda perplesso.

-Bè, che c’è?

-Chi è quel tizio?

Scrollo le spalle. –Un vecchio amico di Sendoh e della kitsune.

-Per questo lo prendevi a botte?

-Mi ero sbagliato… avevo capito male una cosa.- meglio non dire a Mit che Toshiko ha dato della puttana a Rukawa. Conoscendolo, sarebbe capace di partire in quarta per difendere l’onore del nostro compagno. Chissà perché quel cubetto di ghiaccio ispira tanta tenerezza…

Cubetto di ghiaccio… lo sarà poi davvero? Prima il rapporto con il porcospino, poi quell’allucinante spogliarello… e adesso sto Toshiko…

Uno strano senso di disagio mi chiude lo stomaco.

Alzo lo sguardo, attirato da una risata. Sendoh e la volpe sono tornati.

Li scruto, cercando un segno che illumini questo labirinto di ombre. Inutile. Non riesco a capire.

Devo assolutamente parlare con Toshiko.

Che adesso si è avvicinato a loro, con un pallone in mano.

-Aki-chan, ti va un one on one?

In tutta la prefettura, una sola persona è più sensibile di Sendoh alle sfide. Non ho dubbi che accetterà. Sendoh vive per il basket, per lui è come ridere, respirare.

-No.

Secco, deciso, brutale. Mi mozza il fiato. Vedo che tutti in palestra sono altrettanto sconvolti.

Toshiko sorride ancora, e accetta il rifiuto con un cenno grazioso del capo. Poi si rivolge a Rukawa. –E tu, Kaede? Mi fai vedere come sei migliorato, piccolo?

La volpe apre la bocca. Ma è la voce del porcospino a parlare. –No.- dice Sendoh, di nuovo, fulminando Rukawa con uno sguardo. Sappiamo tutti benissimo quale sarebbe stata la risposta del ghiacciolo, infatti. –No, Toshiko. Kaede deve giocare con me.- risponde, fingendo indifferenza, ma io non posso evitare di chiedermi cosa sia davvero passato tra loro, in quel momento.

E incontrando lo sguardo di Mitsui, quello di Akagi, e quello sgranato di Koshino, so di non essere l’unico.

Sendoh pov.

Per un attimo penso che Sakuragi riuscirà dove io ho fallito.

Gonfiare di botte il viso maledetto di Toshiko.

Purtroppo, non sono così fortunato. Infatti Mitsui, sempre al posto sbagliato al momento sbagliato, è piombato in palestra con il resto della truppa.

Cioè, Shohoku e Ryonan al completo.

È incredibile come i nemici di sempre, gli eterni rivali, improvvisamente vadano talmente d’accordo dal recarsi agli allenamenti insieme. Me l’avessero detto due mesi fa, avrei riso forte.

Comunque, adesso ho altre urgenze.

Il mio cuginetto ha assoluto bisogno di rilassarsi.

Faccio per raggiungerlo, ma una mano mi ferma. Merda. Hiro mi guarda cupo. –Mi spieghi cosa significa sto macello?

Sospiro mentalmente. Kaede dovrà fare da sé, temo. Con la coda dell’occhio vedo che si è rifugiato nelle braccia del suo migliore amico. Il basket.

Quindi sorrido, solare, al mio imbronciato playmaker e sbatto le ciglia –Cosa ti fa pensare che io sia coinvolto?

-Non fare il coglione, Aki.- ma vedo che la sua incazzatura sta cedendo.

-Hiro davvero sono offeso dalle tue insinuazioni…

Dopo cinque minuti di monologo mi interrompe, disperato. –Va bene, va bene, hai vinto. Solo ricordati che se per colpa tua ci sbattono fuori la paghi. Stavolta.

Non resto a indagare su cosa intenda con ‘stavolta’…. Insomma! Sarò ritardatario cronico, irresponsabile, distratto, prenderò tutto un po’ troppo alla leggera… ma non metterei mai seriamente in pericolo la mia squadra. E non l’ho MAI fatto.

Su questo, non ho dubbi.

Comunque, ne approfitto per sganciarmi da Hiro e vado da Kaede.

Tira a canestro e non mi degna di uno sguardo. Tipico.

Aspetto che si sia sfogato un po’. E mentre aspetto, vedo Toshiko avvicinare Sakuragi.

Cosa cazzo vuole? Mi chiedo, rabbioso, e approfitto di questa occasione per fare chiarezza su qualcosa che mi ha stupito.

Prima, quando Toshiko ha definito Sakuragi ‘l’amichetto di Kaede.’ Ho trattenuto a stento un fremito di rabbia. Mi sono spaventato.

È naturale che abbia paura per Kaede, così fragile, sempre in bilico tra disperazione e forza. Conoscendo le intenzioni e i precedenti di quel bastardo, poi…

Ma anche Hanamichi… è tanto ingenuo, innocente… basterebbe niente per ingannarlo. E ha un faccino abbastanza grazioso da far venire voglia a Toshiko di divertirsi un po’.

Non deve succedere. Per Hana, e per Kaede.

E adesso si stanno parlando…

Che c’è? Mi volto e trovo gli occhi glaciali di mio cugino fissi su di me. Sorrido.

Tutti dicono che Kaede ha occhi bellissimi, e freddi. Ma quando guarda me, sono caldi. Di affetto. Di tenerezza. E complicità.

Gli metto un braccio intorno alle spalle –Andiamo a prenderci qualcosa, ci stai?

Annuisce. È entrato nel suo ruolo di muto. Lo fa sempre quando è sconvolto.

Camminiamo, e io ne approfitto per stringerlo più forte. –Come va?

Lui posa la testa sulla mia spalla, e intanto beve un sorso della sua lattina. –Dovrei chiederlo io a te.

Stringo i denti. Mio cugino ha ragione. Ma non sono pronto ad analizzare le sensazioni che si agitano dentro di me. Non sono pronto a pensare a Toshiko. A Toshiko con me.

Così sorrido, e so che Kaede ha capito, e non insisterà. –Sto bene.

Non potrei mai mentire a mio cugino. E infatti questa non era una bugia. Era un modo per dire ‘male, credo, ma non riesco a capire. Non mi costringere.’.

È incredibile come sia privato il nostro comunicare. Come sia esclusivo.

-Siamo proprio una strana coppia, io e te- sospiro.

Lui non commenta.

So costa sta pensando. Fa finta di niente, ma è nervoso.

E sono sicuro che ha notato come Toshiko abbia avvicinato Hana, prima, in palestra.

-Non è così idiota da cascarci.- affermo, con più sicurezza di quella che provo in realtà.

Lui sobbalza, ma continua a tacere. Poi.

-Ti sbagli. Toshiko sarebbe capace di ingannare chiunque.

Faccio una smorfia. –Sarà. Ma non mi è sembrato molto propenso a lasciarsi sedurre quando gli è saltato al collo perché ti aveva insultato.

-Ha reagito così perché pensava non fosse vero. Ma se sapesse…

Mi fermo in mezzo alla strada. Lo strattono, finchè non è davanti a me.

Siamo quasi alti uguali, adesso. Ma lui sarà sempre piccolo, ai miei occhi.

-Che cazzo vuoi dire, me lo spieghi?

-Lo sai. Io… Se Hana sapesse cos’ero, cosa sono, mi sputerebbe addosso.

Gli stringo le spalle con forza. So di fargli male, ma non sopporto quando parla così. –Se Hana sapesse la tua storia, massacrerebbe il novanta per cento dell’alta società di Kanakawa.

Abbassa lo sguardo. Gli sollevo il mento con le dita –Ehi, Kae…! Non mi fare scherzi! Pensavo che ne avessimo già parlato, che…

-Ha ragione Toshiko, Kira. Sono una puttana, sono…

Forse è il rumore dello schiaffo a farlo tacere, più che il dolore. Sono poche le volte che alzo le mani su di lui, ma quando parla in questo modo davvero perdo il controllo. –Ascoltami bene, Kaede. Io ti conosco, ti conosco da quando sei nato, d’accordo? So cosa sei, so cos’eri. So cosa hai passato. So cosa abbiamo passato. E quello era l’unico modo che conoscevi per non morire. Eravamo stupidi, sciocchi, immaturi. Pensavamo che bastasse una pasticca per dimenticare tutto. Ora, sappiamo che non era così. Perché devi continuare a colpevolizzarti?

Tace.

-Cristo Kaede! Se tu sei da biasimare, allora che dire di tutti quei pezzi di merda che hanno approfittato di te? Di un bambino troppo bello che chiedeva soltanto di essere amato? Sono stati loro a scaraventarti su quel letto, la prima volta, e la seconda, e…

Kaede piange. Lo lascio andare e si accascia a terra. Mi inginocchio al suo fianco, lo stringo forte.

Schiaccio il suo viso contro il mio petto. Sento il sapore salato delle lacrime nella bocca. Gli accarezzo i capelli, sussurro –Non parlare più così, ti prego… non farlo più… non lasciare che il veleno di Toshiko ti faccia del male, di nuovo…

Alla fine si calma. Resta un po’ abbracciato a me, respirando profondamente. Poi alza lo sguardo. E gli occhi sono chiari e cristallini come sempre.

Torniamo in palestra, e non so come riesco a farlo sorridere.

Sorriso che prontamente gli muore sulle labbra quando vede Toshiko venirci incontro.

-Aki-chan, ti va un one on one?

Mi odio, in questo momento. Mi odio perché, nonostante tutto il male che ci ha fatto, non riesco a non sentire una leggera vertigine mentre lo guardo negli occhi. Mi odio perché so che nonostante tutti i miei sforzi l’ultima immagine che ho di lui, quella fotografia gelida e spietata, non è riuscita a spazzare via tutti gli altri ricordi. Mi odio perché mentre parla, la sua voce nelle mie orecchie si addolcisce, per tornare quella di due anni fa, quando per la prima volta ci incontrammo sul campo.

“Akira, accetti la mia sfida?”

E mi odio perché come allora qualcosa dentro di me mi spingerebbe a urlare, con tutto il cuore, Sì!

Il respiro impercettibilmente accelerato di Kaede squarcia la nebbia. E mi da la forza per scacciare ogni esitazione. –No.

So che ho sconvolto l’intera palestra, con questo rifiuto.

Io, Akira Sendoh, dico di no a una sfida di basket. Inaudito…

E Toshiko si volta, scrollando le spalle, e sorride all’unica persona al mondo che, quel no, non saprebbe mai dirlo.

-E tu Kaede? Mi fai vedere come sei migliorato, piccolo?

Sento quasi scattare nella testa di mio cugino la molla automatica che regola i suoi rapporti con il mondo. Devo essere più veloce di lui, prima che questo demente faccia qualche cretinata.

-No.- dico, fulminandolo con lo sguardo.

E, per rabbonire il suo ego ferito, mi affretto ad aggiungere –No, Toshiko. Kaede deve giocare con me.

Così me ne vado, con mio cugino che mi trotterella alle spalle tutto soddisfatto, seguito dagli sguardi allibiti dei nostri compagni. E da quello freddo di Toshiko, che non mi perdona di avergli sottratto la preda.

Per la seconda volta.

Non sono particolarmente soddisfatta, questa volta. La cosa positiva è che man mano che scrivo i pezzi cominciano a combaciare davvero. Almeno nella mia testa.

Forse Hana è venuto fuori un po’ troppo ingenuo, ad ascoltare ancora Toshiko dopo tutto quel che è successo, ma… dovete capirlo, è piuttosto sconvolto dagli ultimi cambiamenti. Non riesce più a riconoscere la sua kitsune, e non sa a chi credere. Toshiko è l’unico che promette una spiegazione…

E ora veniamo rapidamente a noi…

CIAO ANARCHY! Finalmente ci si risente… avevo paura che avessi deciso di piantarci tutti in asso! Sono così contenta di rileggere un tuo commento… Che coincidenza davvero, la nostra ‘neonata’ fissa per Slam Dunk. Tra l’altro, se questa fissa si traducesse in una tua fic, lo sai vero che sarei la prima a leggerla?!? E come sempre, devo ringraziarti dei complimenti: sono felice che la storia ti piaccia!

Hinao, fortuna che qualcuno ha trovato l’ultimo capitolo ‘illuminante’! Io avevo paura di aver fatto solo un grande casino! Comunque, temo che in questo lo spazio per l’ironia sia limitato… ci si avvicina a quello che dovrebbe essere la parte più buia del racconto. Spero di riuscire a portarla avanti al meglio… GRAZIE DELL’IMMANCABILE COMMENTO!!

Tresor, spero che non resterai delusa dal seguito! Non so quando riuscirò a scrivere il prossimo capitolo: questo è in assoluto il periodo più incasinato dell’anno. Ma farò il possibile, lo giuro…

See you soon, kisses roh